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 ITALIA - ITALIA - Coltivazione di marijuana nei tunnel abbandonati della metropolitana di Roma
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Notizia 
13 agosto 2012 15:26
 
Si trovava vicino ai caveau della banca d'Italia, la centrale della coltivazione di marijuana scoperta a Roma in un tunnel lungo oltre un chilometro, all' interno dei sotterranei scavati negli anni '30 per il progetto di una metropolitana in epoca fascista. In manette, durante l'operazione della Guardia di Finanza, e' finito il titolare di un'azienda agricola, che l'uomo utilizzava anche come copertura per la produzione dello stupefacente, di cui sono stati sequestrati 340 chili per un giro d'affari di circa 3 milioni di euro.
I 'tunnel della marijuana', che per ironia e per strana assonanza incrociavano in superficie via degli Oppii, nel quartiere di Tor Pignattara, si trovavano in luoghi antichi, ma all'interno la droga veniva coltivata con sistemi ad alta tecnologia e molto costosi. La piantagione era apparentemente inesistente: era nascosta dietro un muro con 'mattoni mobili' che si aprivano come piccole finestre per permettere di entrare.
Inoltre c'erano dischetti in terra per sentire il rumore dei passi e dei sensori che rilevavano la presenza umana all'interno dei sotterranei. Le indagini sono partite dal fiuto di alcuni militari della Finanza, che si sono accorti del forte odore di marijuana in strada, provocato in questi giorni forse da qualche folata di vento e umidita'. Gli investigatori ora stanno tentando di capire le rotte del traffico della droga coltivata e di risalire alle organizzazioni che si nascondono dietro la scoperta, visto che i tunnel erano una sorta di fabbrica dei 'grossisti' della marijuana, per rifornire altre citta' del Paese o dell'estero.

"La scoperta di un tunnel sotto la Banca d'Italia adibito a coltivazione industriale di canapa indiana e' tanto clamorosa quanto emblematica: nella Capitale d'Italia accade quello che e' norma in Messico". Lo dice Mario Staderini, segretario dei Radicali italiani.
"Dopo essersi comprati immobili e imprese delle nostre citta' con i soldi della droga proibita, ora le narcomafie si prendono pure il sottosuolo. Dispiace per i finanzieri che hanno perso il loro tempo, ma questi sequestri sono solo spreco di denaro e di risorse umane. Anziche' tutelare il fatturato miliardario delle narcomafie, si arrivi subito alla legalizzazione almeno della coltivazione ad uso domestico. Meglio una pianta legale sul balcone che mille piante criminogene sotto un tunnel".
 
 
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